Benedetta marchesa di Massa, e giudicessa di Cagliari, e di Arborea, scrive al Pontefice Onorio III, narrandogli lo stato di soggezione, anzi di aperta oppressione, in cui la tenevano i Pisani, dappoichè con blandimenti l’aveano indotta a lasciar loro edificare il castello di Castro sovra un colle che dominava la terra cagliaritana, che perciò avea loro ceduto, a ricevere da essi l’investitura di detta terra, e a dichiararsi vassalla dei medesimi, in contraddizione all’atto d’omaggio, che avea prestato alla Chiesa Romana al tempo della sua assunzione al trono Cagliaritano assieme a suo marito Parasone. Quindi supplica lo stesso Pontefice di autorizzarla a stringer lega col giudice di Torres, e co’ Genovesi, di proscioglierla dal giuramento prestato ai Pisani, e d’inviare nel giudicato un suo nunzio o legato, per conoscere e provvedere sulle cose da lei esposte, e restituire la provincia alla di lei legittima obbedienza.
(1217, …).