Secolo XI – I
Ugone marchese di Massa, signore di Corsica e giudice di Cagliari, dona varii beni al monastero S. Mamiliano nell’isola di Monte-Cristo.
(1002, 3 aprile)
Repertorio informatizzato delle fonti documentarie e letterarie della Sardegna
Ugone marchese di Massa, signore di Corsica e giudice di Cagliari, dona varii beni al monastero S. Mamiliano nell’isola di Monte-Cristo.
(1002, 3 aprile)
Guglielmo marchese, signore di Corsica e giudice di Cagliari, fa donazione di varii poderi alla chiesa di S. Mamiliano nell’isola di Monte-Cristo.
(1019, 24 febbraio).
Ugone marchese, signore di Corsica e giudice di Cagliari, dona molte terre e possessioni alla chiesa di S. Maria di Canovaria dipendente dall’abbazia di S. Mamiliano dell’isola di Monte-Cristo.
(1021, 6 marzo).
Condague (1) della consacrazione della chiesa di S. Maria di Tergu o di Cerigo (2).
(…)
Condague della fondazione e consecrazione della basilica di S. Gavino di Torres.
(…).
Donazione delle chiese di S. Maria di Bubalis e di S. Elia di Montesanto, fatta da Barisone I re di Torres alla basilica e monastero di S. Benedetto di Monte-Cassino.
(1064)
Donazione di sei chiese, co’ servi e pertinenze delle medesime, fatta da Torchitorio I re di Cagliari alla chiesa e Monasterio di Monte-Cassino.
(1066, 5 maggio)
Donazione di alcune ville, e specialmente delle due di S. Agata, fatta agli arcivescovi di Cagliari da Torchitorio I regolo della stessa provincia.
Dall’archivio arcivescovile di Cagliari, codice cartaceo A, fol. 101.
Condague della elezione di Andrea Tanca regolo di Torres, e delle forme di elezione degli antichi giudici turritani (1).
(…)
Lettera di papa Gregorio VII ai quattro Regoli o Giudici sardi, colla quale li richiama all’antica obbedienza e dipendenza dalla Chiesa Romana, e li esorta a uniformarsi alle istruzioni da lui date sul proposito a Costantino arcivescovo di Torres.
(1073, 14 ottobre)
Lettera di papa Gregorio VII a Orzocore giudice di Cagliari, colla quale gli raccomanda nuovamente di uniformarsi ai consigli di Costantino arcivescovo di Torres, e loda il suo divisamento di trasferirsi personalmente a Roma.
(1074, 16 gennaio)
Lettera di papa Gregorio VII a Orzocco giudice di Cagliari, colla quale lo encomia per l’onesta accoglienza fatta al Vescovo di Populonia, legato pontificio, lo esorta ad alcune riforme disciplinari del clero dell’isola, e lo avvisa di aver rigettato le proposte fattegli dai Normanni, dai Toscani, dai Longobardi, e da parecchie genti oltremontane per la concessione della provincia cagliaritana.
(1080, 5 ottobre)
Nicodemo vescovo di Bisarcio scrive nel Condague (cronaca) di s. Antioco tutti gli acquisti da lui fatti a favore della stessa chiesa.
(…(1)).
Gavino vescovo di Bisarcio scrive nel Condague di s. Antioco gli acquisti da lui fatti a favore di quella chiesa.
(…(1))
Lettera del Pontefice Vittore III a Giacomo arcivescovo di Cagliari, colla quale si duole dello stato rovinoso in cui sapeva trovarsi le chiese in Sardegna, e lo esorta ad occuparsi sollecitamente della loro ristaurazione, giovandosi dell’aiuto degli altri vescovi dell’isola.
(1087, 29 agosto)
Costantino, regolo di Cagliari, conferma la donazione delle due chiese di s. Giorgio e s. Genesio, e la fondazione del monistero sotto l’istesso titolo fatta da suo padre Arzone.
(1089, 30 giugno)
Fondazione del monastero di san Saturnino, e donazione di otto chiese, con terre, vigneti, selve, schiavi ed armenti fatta al medesimo monastero da Costantino regolo di Cagliari.
(1089…)
Lettera di Giovanni, monaco di Sardegna, a Riccardo abate del monastero di s. Vittore di Marsiglia, colla quale gli dà notizia della scomunica fulminata nel concilio provinciale di Torres contro Torchitorio regolo di Gallura, e lo richiede insieme dei suoi consigli.
(1089…(1))
Ugone arcivescovo di Cagliari conferma la precedente donazione del regolo Costantino, e dona altre due chiese colla metà delle decime al monastero di S. Vittore di Marsiglia.
(1090, 22 aprile)
Costantino re di Cagliari protesta di voler abbandonare le prave consuetudini dei suoi maggiori, e promette la libera ordinazione dei vescovi, delle chiese, e dei sacerdoti nella sua provincia.
(…(1))
Torbeno giudice di Arborea permette alla madre sua donna Nibatta di disporre a suo talento delle due case di Nurage Niellu e di Masone de Capras da essa edificate; e Nibatta stabilisce la dotazione di queste case, delle quali vieta la vendita, acciò restino in perpetuo in potere dell’imperatore cioè di chi reggerà la provincia.
(…(1)).
Torreno di Lacon giudice di Arborea, colla consorte sua Anna de Zori, compra da Costantino Dorrubu un cavallo di pelame rossiccio, e gli cede in cambio alcuni schiavi e varie terre.
(…(1)).