Edizione a cura di Maurizio Virdis
Ho trascritto con la maggior fedeltà possibile il testo del Condaghe di Santa Maria di Bonarcado secondo la testimonianza dell’unico manoscritto che ce lo tramanda (Biblioteca Universitaria di Cagliari, ms. 277). La mia lettura è stata condotta sulla riproduzione fotografica di esso, e sull’originale, soprattutto per quanto riguarda i luoghi in cui le scritture del manoscritto, assai spesso deteriorato, non sono leggibili in riproduzione, e talvolta neanche direttamente, spesso neppure con l’ausilio della lampada UV.
I criteri editoriali da me adottati sono dunque conservativi. Ovviamente introduco la punteggiatura e, secondo l’uso moderno, regolarizzo le maiuscole e separo le parole; sciolgo le abbreviazioni indicando le lettere compendiate mediante il carattere corsivo.
Risolvo in v la u che abbia il valore della labiodentale [v], mantengo la distinzione fra z e ç, ma unifico in z sia la z che la z sedigliata; mantengo la distinzione fra c, k e qu per le velari sorde e fra g e gu per le velari sonore; le nasali compendiate col titulus sono state risolte sempre come m davanti alle consonanti labiali e nelle scritture latine o latineggianti che abbreviano tale consonante in finale di parola. Risolvo sempre la nota tironiana 7 con et. Mantengo l’uso delle scempie e delle doppie così come appaiono nel manoscritto e non regolarizzo secondo alcun criterio. Non regolarizzo neppure l’uscita delle terze persone verbali che mostra, nel nostro testo, l’alternarsi di forme con –t finale segnata e forme senza di essa: mi limito a segnalare in apparato alcuni casi che possono prestarsi ad ambiguità.
Per le preposizioni articolate mi sono attenuto al criterio di scrivere separate le due componenti nelle scritture che presentano una sola s (p. es. grafie desa, asos :: risoluzioni de sa, a sos), se invece le grafie del manoscritto presentano la geminata ss trascrivo unito: dessa, assos; secondo tale criterio ho trascritto unito anche daessa (176.2, 211.2).
Unisco al verbo, senza alcun segnale, i pronomi enclitici anche doppi in consecuzione: petivilli, bingitilla, torraruntimi, dollilu, spiiaremilu, dedimilla, regendosilla fegindelli, leveindelli, levarindellos. Uso il punto alto in quei pochi casi in cui le grafie non mostrano l’elisione di nessuna delle due vocali originarie che si vengono a incontrare: fakere·illi 8.1, tutare·illo 8.1, Petivimi·illa 12.2, 26.2, bindiri·illa 12.2, 26.2, dedi·illa 12.2, 26.2, aberese·illa 12.3, 26.3, tenne·illu 21.7 (è significativo che nel corrispondente passo della scheda 219, che reduplica la n. 21, si legga nel ms. tennellu). Segno con il punto in alto anche l’enclisi dei pronomi plurali di 4a e 5a nos e bos: adcordarus·nos 25.17; benedixerus·nos; poserunt·nos 93.5; Ispiiarus·nos 100.26; plagendo·nos 127.5, 137.1; levade·bos·inke 132.20; indulsit·nos 134.8; Furet·nos 135.1; det·nos 135.1; campaniarus·nos 196.1; seguo questo comportamento per una più perspicua lettura, anche se, devo dire, sono stato tentato, per coerenza, di trascrivere i pronomi enclitici nos e vos uniti direttamente alla forma verbale. Uso ancora il punto in alto per le consecuzione di due pronomi prociltici: mi·lla, mi·llos, illi·lla; e inoltre per le consecuzioni di preposizione più enclitico: de·llu, cu·llu, pro·llos, pro·ssos, de·ssos.
Raramente ho fatto uso di segni di espunzione o di integrazione, in genere spiego in apparato l’una e l’altra, tuttavia quelle poche volte che è stato necessario, ho usato le parentesi quadre [ ] per l’integrazione e le parentesi graffe { } per l’espunzione. La parola per ‘croce’ è, nel manoscritto, riportata col segno della croce +, lascio tale segno ma aggiungo fra parentesi quadre la parola cruke: iurait supra altare et supra sa + [cruke] (21.9).
Segnalo in apparato qualunque porzione di ogni dimensione del testo che diverga da ciò che si legge sul manoscritto; in apparato le due cifre separate da un punto in esponente, rimandano la prima al numero di scheda, la seconda al numero di paragrafo; la lezione del testo è riportata in caratteri tondi e senza evidenza, segue la parentesi quadra chiusa ] e successivamente in grassetto la lezione del manoscritto che ritengo erronea. In corsivo scrivo le mie considerazioni.