Edizione a cura di Paolo Maninchedda e Antonello Murtas
L’edizione è fortemente conservativa.
Per il testo spagnolo si è proceduto:
– a sciogliere le abbreviazioni;
– a introdurre le maiuscole e a separare le parole secondo l’uso moderno, con l’unica eccezione dell’utilizzo dell’apostrofo per l’elisione nei nomi di persona e nei toponimi;
– a introdurre l’interpunzione e i segni diacritici secondo l’uso moderno;
– a regolarizzare l’uso d i v e di u.
Non si è regolarizzato l’uso alterno di j / y / i.
Analoghi criteri sono stati adottati per il testo sardo.
Si è proceduto:
– a sciogliere le abbreviazioni, a introdurre le maiuscole e a separare le parole secondo l’uso moderno;
– a distinguere u da v;
– a introdurre l’interpunzione.
In entrambi i casi non si sono regolarizzate le scritture scempie e geminate secondo l’uso moderno.
Gli interventi congetturali, limitati ai casi evidenti, sono indicati come segue:
< > = integrazioni di parole o lettere mancanti;
[ ] = correzioni di parole o lettere presenti nel testo;
{ } = espunzioni
(…) = lacune
†…† = guasti meccanici.
I luoghi irrimediabilmente corrotti, ma leggibili, sono preceduti e seguiti dalla crux.
In apparato, il richiamo della parola o delle parole del testo è seguito da una parentesi quadra dopo la quale si dà la lezione del manoscritto in corsivo.