Lettera di s. Bernardo Abate di Chiaravalle a Papa Eugenio III, nella quale, mentre approva la scomunica fulminata dall’arcivescovo Baldovino contro il giudice d’Arborea, raccomanda al Pontefice il giudice di Torres.
(1146.).
Dalle Opere di S. Bernardo Abate di Chiaravalle, tom. I, epistolar. (epist. 245), col. 244-45. Edition. Mabillonian. Parigi, 1719 vol. due in fol., e Venezia, 1726 vol. 2 in fol.
Ita quaeso, ita facite. Semper consideretur, non a quo, sed quid petatur etc. etc. (1)… Quod sanctae memoriae Balduinus Pisanus archiepiscopus fecit in Sardinia de excomunicatione Arvorensis Judicis (2); quia nonnisi juste hoc virum bonum fecisse credimus, vestra autoritate ratum et inconcussum manere rogamus. Porro Turritanus judex (3), quia bonus dicitur esse princeps, sit vobis commendatus, et a vobis manuteneatur.
NOTE
(1) Si tralasciano le parti della lettera, che non riguardano i regoli di Arborea e di Torres.
(2) Arvorensis judicis, cioè Comita II, padre di Barisone re di Sardegna.
(3) Il Turritanus judex, qui bonus dicitur esse princeps, cui accenna s. Bernardo, è Gonnario II re di Torres. Un tale elogio era assai ben meritato, poiché governò saggiamente li suoi stati, e dopo tanti esempi di splendidezza, di generosità e di costanza dati sul trono, nel vigore della sua età e della sua potenza, rinunziò al potere, e alla corona, e ritiratosi nel monistero di Chiaravalle, vi condusse pienamente la vita fino all’estrema vecchiezza, e vi morì in concetto di santità. Il Monaco Erberto, uno dei discepoli di s. Bernardo, che fu poi arcivescovo di Torres, lasciò scritto su di lui: quod ipse (i. e. s. Bernardo) vivente non egit, post ejus obitum implere festinavit…Dum adhuc quadragenarius (deve leggersi quinquagenarius) esset aetate, corporis et animi vigore praepollens, relicta Sardinia, omnique gloria mundi deposita, pauper et humilis ingressus est Claram-Vallem, ibique sanctissime vixit ad summam senectutem. (tom. II, oper. s. Bernardi, col. 1230). S. Bernardo, secondo la cronologia del Mabillon, morì nel 20 agosto 1153. Pare adunque, che Gonnario re di Torres, avendo ridotto ad atto il suo pio pensiero, subito dopo la morte del santo Dottore, sia andato a rinchiudersi pel resto di sua vita nel monistero di Chiaravalle, o verso la fine dello stesso anno 1153, ovvero nell’anno seguente 1154.