Particola del trattato di pace, e di commercio tra Elmiro di Momino re di Tunisi, e la repubblica Pisana, nel quale furono particolarmente compresi l’isola di Sardegna, e il castello di Castro, o di Cagliari.
(1264 [1265, stil. pis.], 11 agosto).
Dai Scelt. Dipl. Pisani del Dal-Borgo, pag. 213 e seg.
Sancti Spiritus adsit nobis gratia. Ave Maria gratia plena Dominus tecum. Questa este la pace facta inter dominum Elmirum Mommini Regem Tunichi, et dominum Parentem Vesconte Ambasciatore dello comuno de Pisa.
Prologus Pacis.
In nomine Domini. Per lo comandamento del sig. Califfo grande, ed alto per la grazia di Dio Elmire Mommini Buabi delle filio de lo alto, e de lo potente, e gentile, cui Dio mantenga, e diale la sua bona voluntade, e rimanga ali Saracini la sua benedittione. In de la presentia delli testimoni di questo scritto, che questo testimonio di rinovamento di questa pace, la quale este formata, per lo comandamento altissimo, che Dio guardi cum Dom. Parente Vesconte filio quond. dom. Galgani Frossi Vesconte Imbasciatore mandato de la Potestade de Pisa in de la indit. subscritta, da dom. Guillielmo de Cornassano Potestade de Pisa, e da li Seccha, e de lo comuno di Pisa, dimandando, e fermando la lor parte. Unde giungendo lo sopradetto Ambasciadore, e domandando della parte di culoro, che avevano mandato carta di pace, de la quale elli haveva imbasciata, alle parti, che elli domandone, e pregone, e piacqueli, e comandolo l’Altissimo et lo magno, cui Dio mantenga, che li fusse dato lo suo dimandamento, e sua voluntade.
Terminus Pacis.
E fermossi questa pace con lui per anni XX. la quale pace sempre sia ferma in dello sottoscritto termino in die XIIII. de lo mese de Sciavel anni LXII. et D. C. de secondo lo corso delli Sarracini, et sub annis Domini MCCLXV. indict. VII. tertio idus Augusti, secondo lo corso delli Pisani, secondo che li contiene anco la inditione di sotto tutti li Capitoli infrascritti. etc…
Lo quale dominus Parente disse, e ricordone le confine de le terre loro, le quale messe sono in questa pace, e le quale sono in terra ferma, et grande, cio este, dallo Corbo in fine a Civitavecchia, et l. isule le quali sono in mare, cio este, tutta l. isula de Sardigna, et Castello de Castro, et l. isula di Corsica, et l. isula di Pianosa, et l. isula d’Elba, et l. isula Capraia, e l. isula di Gorgona, e l. isula di Gilio, e l. isula di Monte Cristo. Etc…
Lo testimoniamento, e lodotale di questa pace.
Et testimonio nè dominus parente per culoro, che lui mandano in sua buona voluntade, et in sua buona memoria, et in sua buona sanitade, che questa pace a lui piace, e cusi la ricevette, e fermone et inteseno li testimoni da lo Sehcca grande, et alto, et conosciuto Secretario, et faccia di D. Elmiro Califfo Momini, et facitore di tutti li suoi fatti, lo quale Dio mantenga, et in questo mondo, et in quell. altro et rimanga sopra li Saracini la sua benedicione. Buabidelle filio de la Seccha, a cui Dio faccia misericordia. Buali a seu filio de lo Scecha alto, a cui Dio faccia misericordia. Elbulusaid filio Said lo gentile, cui Dio guardi. Et lo compimento di questa pace scritta, chome dicto este, in questo modo, et fu scritta in die di sabbato ali die XIV. de lo mese che si chiama Sciavel anni LXII. et D. C. secondo lo corso delli Saracini, et sub annis Domini millesimo ducentesimo sexagesimo quinto, indictione septima, tertio idus Augusti secondo lo corso delli Pisani; li nomi delli testimoni Bulcassomo Elbeneli, Elbinelbaca, et Tenucchi, Maometto Benandi de Gebdat, Maometto Erroausi, Maometto Benali, et Benhabrai Abbidenamen Beneumar, Elcarsi Harbellaid, Mer Bidonio, Illi Ebrain, et Beni Biaman, Maometto Beneatriam Lorbor. E per la gratia di Dio conoscendo, et sapendo, et testimoniando queste cose preditte Maumetto Bonmesmetto Benolgamego, lo quale este Cadì, et abbia salute chiunque la leggerà. Rainerius Scorcialupi notarius scriba publicus Pisanorum, et comunis, portus in Tunichi presens translatum huius pacti scripsit, existente interprete probo viro Bonaiunta de Cascina de lingua arabica in latina.