Il Pontefice Clemente IV commette a maestro Elia, canonico di Beauvais, e suo cappellano, l’incarico di ordinare ai Pisani, che richiamino subito dalla Sardegna il conte Ugolino, il quale co’ suoi fautori ed aderenti avea invaso il giudicato di Torres, commettendovi molte vessazioni contro le persone rimaste fedeli alla Chiesa Romana, secondo gli avvisi pervenutigli da maestro G. di Gellone, che perciò avea mandato nell’isola in qualità di suo vicario; e di ingiungere ai medesimi, che cessino dall’infestare e molestare, o direttamente, o indirettamente, il regno Sardo, e specialmente gli uomini di Sassari.
(1267, 13 agosto).
Dal Martene, e Durand. Thes. Nov. Anecdot. Tom. II. col. 516-17.
Dilecto filio Magistro Heliae Peleti Capellano nostro canonico Belvacensi.
Quas ex nostro speciali mandato inhibitiones Pisanis feceris de Sardiniae finibus non intrandis, cum commissa tibi magna negotia prosequens moram traheres apud eos, a tua non credimus excidisse memoria; sed iam suae salutis immemores, in arcum pravum, prout dicitur, sunt commissi. Nam comes Hugolinus (1) eorum civis non minimus in manu valida iudicatum Turritanum seu regnum invasit cum Tuscio Ruffo et aliis perfidis, Ecclesiae Romanae fideles infestans, secum habens in isto scelere adiutores, de communis Pisani speciali mandato, Pisanos omnes qui a Sardinia moram trahunt, prout dilectus filius Magister G. Gellonis capellanus noster, quem dudum in illis partibus nostrum vicarium constituimus, nobis scripsit. Quocirca discretioni tuae per apostolica scripta mandamus, quatenus eosdem moneas, et eisdem districte nostra fretus auctoritate praecipias, quatenus sine morae dispendio revocent dictum comitem, et per ipsum vel alios sui districtus vel alterius dictum regnum et specialiter homines Sassari non infestent, et de damnis eis et aliis nostris fidelibus irrogatis satisfaciant indilate, alioquin sententiis ratis manentibus, in quas incidisse creduntur, omittere non poterimus, quin contra ipsos acrius exigente iustitia procedamus.
Datum Viterbii idibus augusti anno III.
NOTE
(1) Il conte Ugolino della Gherardesca, così famoso per la sua tragica morte nella torre della fame; lo stesso, di cui si parla nelle precedenti carte N° XCVII e CIII. La invasione per di lui parte del Giudicato Turritano fu accompagnata da spogliazioni, e da violenze, come si ricava dalla presente epistola; e più di ogni altro luogo ne soffrì la città di Sassari, poiché dei danni sofferti dai suoi abitanti si mostra specialmente sollecito il sovrano Pontefice. Sembra per altro che i Pisani abbiano continuato a farla da padroni nel comune di Sassari, poiché, oltre di attestare il Tronci, che essi vi mandarono nel 1272 Arrigo da Caprona come novello podestà (Annal. Pis. ad ann. 1272), si ricava da un altro documento di quella età, che il Pontefice Gregorio X fulminò la scomunica contro il comune di Pisa, perché continuava sempre ad occupare con la forza il giudicato di Torres, e Sassari, che n’era come la capitale, in pregiudizio dei dritti della Sedia Apostolica (Ved. infr. cart. N° CXII).