Il Re di Aragona Don Giovanni II ordina a tutte le Città e Comuni, alle Autorità, Baroni, e Feudatari di Sardegna, e notifica ai medesimi di aver pure ordinato con suo speciale provvedimento dello stesso giorno al Vicerè dell’isola, di non opporre impedimento di sorta alla partenza dei messaggieri che Leonardo d’Alagon volea mandare alla Corte, per far riconoscere i suoi diritti al Marchesato di Oristano e al Contado di Goceano (1), e comanda che cessino gli atti ostili già commessi, nè altri se ne commettano di nuovo contro il detto Alagon, fino a che il Sovrano non abbia riconosciuto le ragioni, ed i diritti dal medesimo riclamati.
(1470. – 7 maggio).
Dai Regii Archivi di Barcellona, Registr. Sardiniae VIII. ab ann. MCCCCLXX ad MCCCCLXXVIII, fol. 3.
Don Joan, per la Gracia de Deu, Rey Darago, de Navarra, de Sicilia, de Valencia, de Mallorcas, Sardeña, y Corcega, Compte de Barchenona, Duch de Athenas, y Neopatria, y també Compte de Rossellò, y Cerdaña. Als Spectables, Nobles, Magnifichs, è amats Consellers, è faels nostres qualsevol, Comtes, Vezcomtes, Barons, Cavallers, Ciutats, Viles, Universitats, è singulars persones del Regne nostre de Cerdeña damunt dit, de qualsevol Stat, ò condicio sien, as quals les presents pervendran, è presentades en qualsevol manera seràn, salut, è dilecciò. Nos ab nostra patent Provisio de la data de la present, manam al Visrey nostre en aqueix Regne, que per quant nos havem donada licencia à Noble Don Leonardo Dalago, de trametre à nos certes persones sues, per demonstrar nos les Provisions, Gracies, Concessions, Privilegis, è altres Scriptures, è ancara la Successiò que ell preten haver en lo Marquesat Dorystany, Comtat de Gociano, è altres terres, que eren de Don Salvador Darborea, quondam Marquès, è Compte dels dits Marquesat, è Comtat, e per instruyr, è demostrar devant nos lo dret, è justicia, que lo dit Don Leonardo preten haver en les dites coses, leixe liberament, è segura, è no don empaig algu à les dites persones per venir à nos, e portar les dites scriptures, è coses; è no res menys que desista, è cesse de qualsevol prohibicions manaments, è altres qualsevol actes, è procehiments, per lo dit Visrey fetes contra lo dit Don Leonardo, en los dits Marquesat, Comtat, è altres terres damunt dites, segons que tot açò mes largament es contengut en la dita nostra Provisio, à la qual nos refferim. Diem per tant, è manam vos de nostra certa Sciencia, è expressa, sots incorriment de nostra ira, è indignaciò, è pena de vint milia filorins dels bens de qualsevol de vos altres contrafaent havedors, è à nostres Coffres applicadors, que puis lo dit Don Leonardo no innove res en les dites coses, sino solament trametre à nos les dites persones, ab los dits Documents, è Scriptures al effecte damunt dit, non obstants qualsevol requisicions, è manaments per lo dit Visrey, à vosaltres, e qualsevol de vos fets, è faedors, per la dicta rahò, desistan de qualsevol aiustament, ò aiustaments de gents, axi per mar, com per terra, fets contra lo dit Don Leonardo, e contra les terres dels dits Marquesat è Comtat, è altres de sus dits, è no façan, no permetan sia fet empaig, ne dan algu contra lo dit Don Leonardo, ne en les dites terres, fins en tant, que per nos sian vistes les dites coses, è de nos hayan altre manament, non obstants qualsevol altres provisions, è letres de nostra Magestat emanades. Guardantvos de fer lo contrari en alguna manera, per quant haveu cara nostra gracia, è la dita pena desijau evitar. Dada en la Vila de Monço à set dies del mes de Maig en lany de la nativitat de notre Señor mil CCCCLXX.
Rex Joannes.
Dominus Rex mandavit mihi Joanni Chrispiani, visa per Vicecancellarium Regentem Thesaurariam, et pro Conservatore.
(1) Leonardo Alagon, figlio di Artaldo Alagon y Luna e di Benedetta Cubello, diventò marchese di Oristano e conte di Goceano per la morte di Salvatore Cubello suo zio materno, accaduta in Oristano nel 13 febbraio 1470. Non avendo il detto suo zio lasciata dopo di sè successione veruna, il marchesato di Oristano e il contado di Goceano doveano trapassare nella linea femminina de’ Cubello, sia in forza dei patti espliciti della Convenzione del 1410 tra Leonardo Cubello e il Re Don Martino I di Aragona, che in virtù del Diploma, e investitura avutane dallo stesso Leonardo Cubello nel 29 marzo di quell’anno; e quindi in Leonardo Alagon figlio primogenito di Benedetta Cubello. Oltre a ciò il detto suo zio Salvatore Cubello lo aveva instituito suo erede, e prima di morire lo avea fatto proclamare in tutte le terre dei suoi dominii per successore legittimo degli antichi Stati di Arborea, convertiti nel 1410 in marchesato di Oristano e contado di Goceano. Valendosi di questi dritti incontestabili Leonardo Alagon prese immediatamente il possesso di tali Stati; ma Nicolò Carroz Vicerè di Sardegna, mosso da rancori di famiglia, servendo ai reconditi disegni della Corte Aragonese, e abusando del suo potere nell’isola, invase a mano armata alcuni luoghi spettanti all’Alagon, e gli mosse aperta guerra con le truppe regie ch’erano a sua disposizione. Leonardo Alagon raccolse ancor egli forze sufficienti di Sardi e di altri suoi aderenti e seguaci per opporle all’ingiusto aggressore, suo particolare nemico; gli andò incontro co’ vessilli spiegati dell’antico Giudicato di Arborea; e lo sconfisse completamente in campale battaglia presso il villaggio di Uras nel 14 aprile del 1479 (Ved. Tola, Dizion. Biogr. dei Sardi Illustri, Vol. I, pag. 58 e seg. e 259, e gli autori e documenti ivi citati). Fu dopo questa battaglia, che Leonardo Alagon riclamò pe’ suoi dritti offesi presso il Sovrano di Aragona, e che il Re Don Giovanni II emanò gli ordini contenuti nel presente documento.